Fiaba al Green

26 02 2009

By Gaia

Tra le sperdute colline di Magnano in Riviera, in un luogo isolato dal resto del mondo, si trova un palazzo, chiamato dai suoi abitanti “Il Millepiedi”, ove vi vivono comunità di streghe, elfi e folletti. Controllati da orchi più o meno feroci, questi esseri vivono con l’unico scopo di sopravvivere alla dura legge del millepiedi. Con ardito coraggio e spregiudicato nonsenso del pericolo alcuni di loro riescono a sfuggire alle regole e quindi a distinguersi da tutti gli altri. Eccola, Boss, la strega, che si aggira nei corridoi con il cappuccio calato, lasciando dietro di se un onnipresente tintinnio di metallo, dato dalle chiavi delle sue stanze segrete. Il suo mestiere è inventare nuovi intrugli per diffondere il reggae nel mondo. Suo amico e compagno è il folletto Morandini. Di notte esce con lei dal millepiedi girando per i boschi alla ricerca di funghetti allucinogeni per inventare le pozioni malefiche per mescolarle alle strane razioni che escono dalle cucine. Ecco che, in una di queste oscure notti senza luna, nascosto dietro un cespuglio, Tosolini, il rockettaro della palude, spia i nostri reggaeroi aspettando che essi arrivino al loro nascondiglio scoprendo che i loro ingredienti sono stati completamente distrutti. Lentamente, passando di ombra in ombra, li segue fino alla grotta oscura. Dopo meno di un minuto ecco sentire un urlo agghiacciante provenire dal profondo della grotta, dovuto dalla scoperta che lavoro di mesi e mesi è stato rovinato da un essere sconosciuto. Soddisfatto, Tosolini torna silenziosamente al Millepiedi, per rimettersi a letto e farsi trovare la mattina dopo in piena forma per il disastro. Disperati tornano al palazzo invece Boss e Morandini senza prima passare per i magazzini per inserire le miscele nelle brocche delle colazioni, sapendo bene che nel giro di due giorni avrebbero perso tutta la supremazia. La mattina dopo Boss si avvia alla ricerca del suo amico elfo Mazzega. Lo trova che ondeggia a ritmo di Bob Marley, in compagnia di Pigo, amante di Boss e Frenki, il giullare del palazzo, ognuno con i suoi rasta e il loro iPod ricco di musica reggae. Si avvicina a testa bassa, sapendo che, almeno per un po’, dovrà rinunciare a quella musica e anche alla compagnia di amici. Passa così una giornata in cui, insieme all’elfo Morandini, Boss si muove per il millepiedi a testa bassa, sapendo di aver fallito la missione. Infatti la mattina dopo eccoli! Si avvistano i truzzi, i punk, i metallari… L’elfo Mazzega torna ad essere un Gabber rasato e senza i lunghi rasta. Ognuno torna a seguire il suo stile unico e irripetibile. Questa è una grande sconfitta per i nostri due reggae che non controllano più la scuola. Ma non mollano. Si mettono d’accordo per la notte con lo scopo di ricominciare a costruire la loro scorta. Così, la notte stessa, iniziano la ricerca… Passano mesi e, ricostruita la dispensa a dure fatiche e notti insonni, i nostri reggaeroi cominciano a rimettere le pozioni dentro i cibi delle mense. Anzi, questa volta controllano che gli stessi orchi le ingurgitino… Seduto ad un tavolo, ammezzo agli altri, siede Tosolini che, dopo la precedente vittoria, non sospetta che la strega e il folletto abbiano reiniziato il loro lavoro. Si porta il cucchiaio alla bocca e mangia anche lui il minestrone intriso di pozione. È la vittoria finale per i reggaeroi… ora nessuno, rockettari di palude, orchi e elfi li può più sconfiggere!